mercoledì 27 maggio 2009

la mia carta d'identità digitale


  CARTA D'IDENTITà DIGITALE


NOME: Mariateresa

ANNO DI NASCITA: 1987

 
anni '90: primi videogiochi Nintendo con il mitico Super Mario, ancora ricordo quei joystick enormi....quanto tempo...allora le opzioni di Mario erano: avanti, indietro salta e spara!!!
 

 

 

 

 

1995: Inizio ad usare il  Mac di mia cugina(ancora ero ignara delle risorse di internet) lo usavo solo per giocarci o per disegnare;

 

1998: finalmente ho il mio primo computer un... un...non ricordo il modello :) ma quando si accendeva sembrava un aereoplano, è stato proprio in quell'anno che è iniziata la mia esperienza con i computer, Messenger, photoshop e ancora msn msn msn!!! Per non parlare delle prime formattazioni e degli antivirus.Una volta nella sala multimediale della scuola media il prof d'informatica ci disse: "L'unico modo per rompere un computer è prendendolo a mazzate...."  Da allora mi diverto a fare di tutto!!! Mi divertivo a creare blog con le mie amiche, e  gli inviti dei nostri compleanni erano sempre nostre invenzioni.

 

2003: Terzo anno di scuola superiore presso L'Istituto Tecnico per il turismo Umberto Zanotti Bianco, la prof. d'informatica ci introduce al programma "Galileo" il sistema operativo utilizzato dalle agenzie di viaggio e dai Tour Operator per eseguire le operazioni di prenotazione dei vari servizi offerti.

 

2004: Scopro il potere di Power Point, che mi ha aiutato a creare una presentazione sulla salvaguardia ambientale e più precisamente sul Protocollo di Tokyo. In seguito, sempre alle superiori, scopro la molteplice utilità di Excel con il prof di matematica che ci insegna a svolgere i diversi calcoli utilizzando il programma di Microsoft office.

 

2005: Scopro un nuovo social network oltre ad MSN: è Facebook, all'inizio lo utilizzavo solo per chattare e comunicare con i mie parenti e amici oltre oceano, provo a consigliarlo anche ai miei coetanei qui in Italia...ma niente, troppo legati ad MSN. Lo stesso anno (scolastico) preparo la mia tesina per la maturità con Power Point.

 

2006: Primo anno di università (a Messina) corso d'informatica, l'esame consisteva nella creazione di una pagina web utilizzando il programma ConText ovvero in HTML, che orrore!!! Devo ammettere però che è stato interessante scoprire quanto c'è dietro ad ogni pagina che apriamo, ogni singolo elemento visualizzato è costituito da una propria stringa.

 

2008:Creo il mio primo account gmail e il mio blog con blogger (www.onceuponatimeontv.blogspot.com, visitatelo è carino!!!) scoprendo ancora le infinite risorse del web e specialmente di google.

 

 

 

 

 

 

mercoledì 20 maggio 2009

L'Oracolo televisivo


“La televisione non potrebbe mai essere peggiore della realtà”…
Questa che potrebbe sembrare la frase di un affezionato del tubo catodico, forse in cerca di qualche alibi, è in realtà una provocazione nata dal critico, semiologo e scrittore Umberto Eco, lo stesso che ha scritto Il nome della rosa e Il pendolo di Focault; lo stesso, per intenderci, che ha sintetizzato la società italiana con il lapidario commento: “siamo tutti veline”.
Anche Eco, dunque, ha dato il suo importante contributo nel cercare di spiegare il fenomeno tv, che dagli anni '50 ad oggi è diventata l’oracolo delfico, la pietra filosofale delle moderne società. Nell’ultimo mezzo secolo quell’apparecchio dal quale escono suoni ed immagini ha assunto un ruolo ed un'importanza sulla quale ci si interroga in continuazione.
Quale valore e significato ha la tv oggi? Quale è la sua autorità, e quale, se c’è, il suo potere?
Per molti, studiosi e non, la tv è diventata uno strumento fortemente manipolatorio, che vincola le scelte di una società sempre più alfabetizzata e sempre meno in grado di cogliere la realtà in maniera autonoma e distaccata. E’ pensiero comune che la tv svolga addirittura un ruolo pedagogico-didattico, il cui valore parrebbe superare quello di genitori e insegnanti, da sempre detentori di questo importantissimo ruolo.
La tv propone una rappresentazione / interpretazione del reale, o di una parte di esso, che si discosta dalla realtà, è sempre soggettiva, perché è espressione della sensibilità o del "messaggio" lanciato dagli autori / programmatori. Oggigiorno questa capacità di deformazione è più marcata, perché spesso si inseguono "situazioni limite" sempre nuove, capaci di attirare curiosità (quindi audience, inserzioni pubblicitarie, denaro). La particolarità della tv è che ha la capacità di presentare la sua interpretazione soggettiva come raffigurazione fedele della realtà, e in questo modo di modificarla: per la forza evocativa delle immagini (che costituiscono il nostro strumento di conoscenza più immediato); per la facilità d'accesso e l'ampiezza dei contenuti; per il suo proporsi come "finestra sul mondo"; per il meccanismo dell'assuefazione ("a me sembrava strano, ma se in tv lo fanno tutti, sarà normale..."). La semplice capacità di deformazione diventa capacità di manipolazione.
Ma è davvero così centrale la tv nel nostro vivere sociale?
Sociologi e mass-mediologi rispondono di sì. La tv modifica il linguaggio, i costumi, il modo di pensare e - nei casi più estremi - è l’unico punto di contatto con l’esterno. E' un'agorà a portata di telecomando, che comporta inevitabilmente un ridimensionamento dell'originale funzione sociale dell’individuo. Il grande filosofo della scienza Karl Popper, teorico della "società aperta", chiedeva regole stringenti proprio per l'uso della televisione, vista come strumento capace di "codificare" costumi e idee, minando le basi di una società libera.
La tv, quindi, ha davvero sostituito famiglia e scuola, ha indebolito il tessuto sociale, i rapporti interpersonali?
In parte credo di sì, ma mi sento vicino ad Eco quando tenta di 'desacralizzare' questo potere. La tv, come osserva lo scrittore, non è che una cassa di risonanza che amplifica le dinamiche della società contemporanea, pertanto in essa non troviamo che il peggio e il meglio di quello che già siamo (anche se l'amplificazione del "peggio" fa spesso più rumore di quella del "meglio").
C’è una soluzione che permetta concretamente di 'desacralizzare' l’oracolo? Di evitare che si manifesti solo nel suo potenziale manipolatorio?
Probabilmente sì: bisogna evitare di vedere nella tv altro da quello che è, cioè uno strumento di comunicazione. Come tutti gli strumenti, può essere utilizzato bene (valorizzando le sue grandi potenzialità di informazione) o male, esaltando i difetti che abbiamo descritti.
Servirebbe certamente che chi fa televisione si sforzasse di realizzare i programmi avendo come stella polare il rispetto dello spettatore, senza trincerarsi dietro l'alibi ipocrita: "se ci guardano, vuol dire che ci chiedono questo".
Ma il modo per difendersi lo abbiamo anche noi spettatori. Se ci aspettiamo una tv magistra vitae, portatrice di valori, vedremo deluse le nostre aspettative. I valori si acquisiscono altrove, nascono in istituzioni forti e radicate come famiglia e scuola e sedimentano nel tempo attraverso l’esperienza materiale e la cultura.
Se si riesce a vedere la tv in maniera distaccata, dall’alto di quei valori acquisiti, sapendo di non trovarsi di fronte all’oracolo della Pizia, coltivando altre finestre sulla realtà (i libri, l'esperienza vissuta), sarà difficile che questo mezzo tecnologico, che pure non è un semplice “elettrodomestico”, possa indirizzare le nostre scelte